E veniamo a tal proposito ad analizzare il secondo
brano di Demolizione in cui è
presente Fibra la qual cosa mi dà modo di parlare anche di un altro dei grandi poeti degli anni 90:
Inoki.
Inoki, il cui vero nome è Fabiano Ballarin, rispetto a
Fibra vive una realtà diversa, è un gatto di città che frequenta la Bologna
alternativa e underground ed ha aspirazioni probabilmente più alte di quelle di
Fabri Fil, anche se la sua vita è la stessa di Fabri: giardinetti, fumo con gli
amici, cazzeggio e storie al limite della legalità principalmente a causa delle
tag e del writing. Il suo rap ha l’ambizione di dire cose alte e importanti,
un’urgenza maggiore di quella di Fibra. Basta seguirlo nel suo rimare in Guerra fra i poveri per rendersene
conto.
Inoki:
Guerra di
fraintesi esibizionisti, i tristi, i pesi;
quelli che si
sono arresi, quelli che vivono appesi o
chiusi nelle case mesi, negli igloo come eschimesi.
Esili
guerrieri: i falsi, i veri.
Territori
sotto casa che diventano stranieri e ricordo fughe dai carabinieri.
Cimiteri di
spray per dare anima alle lettere, cimiteri di parole per dare anima al
freestyle;
queste sono
cose non guerre spiritose che poi
diventano pericolose.
Combatto sono
un mc da asfalto, non sono astratto ma non combatto per cazzate solo per
restare intatto, tanto il sogno [anche se l’audio qui è incomprensibile N. d.
A.] è stato infranto, non ce l’hanno insegnato ma impararlo da solo non ci
vuole tanto, più di quanto pensi: guerra tra mcs non ha senso.
Guerra tra crew? Meno che tu non ti creda
immenso.
Non serve a
niente nella gente invidia e gelosia secernono energia negativa e non pura
vibra viva.
Vibra
positiva propositiva se poi vuoi sfida competitiva arriva nuova aria pacifista,
telecronista della realtà
attivista,
teppista del microfono dichiaro guerra all’apripista; dichiaro pace a chi sta a tempo e con le rime
crea un’immagine mai vista.
Questo è per
gli mcs: usa la testa.
Usala per
sopravvivere nella foresta, non per combattere da solo contro la tempesta.
Il resto
resta una guerra per i poveri.
[…]