Capitolo 2.3 Fibra letterato underground parte 3

E’ così che l’hip hop di questa second generation attiva fin dal 1995 dà i suoi frutti migliori. Per capire il tipo di ricerca che questo poeta terribile mette in atto, basta andare ad analizzare qualche testo. Particolarmente densa e pregnante a tal proposito è la linea di Fibra in Domani rimarrà ieri. Su un beat piuttosto oscuro e nervoso Fibra se ne esce così:

Fabri Fibra:
Che filtro tira,
che logica c’è nello stare in fila?
Rilasso menti stanche del chiasso che gira.
Energica 2000 sfondi all’Akira ma dove t’appoggi,
se non t’accorgi che il domani è oggi?
E dall’oggi al domani cambiano i volti cambiano le mani
le chiami malformazioni io li chiamo piani di rami falsi del Mali.
Rimani  rapper insani stanchi e vaganti: non guardarti dietro, guarda avanti!
Secondo motto: quel che è troppo è troppo
né mi sdoppio ne inghiotto per occhio Fabbri col doppio.
Per i ventenni paranoie perenni due millenni
mille segni del futuro che accenni.
Accenditi, vai che non dimentichi,
chi ti chiama, sorprenditi:
ama prenderti per venderti.
[…]

E’ un Fibra dotato di una particolare capacità nella densità poetica, tutto preso dalla ricerca tecnica e dall’immediatezza. Il senso deriva da un modo di dire più generale e inversamente proporzionale alla sua chiarezza, cionondimeno è chiarissimo: si tratta di raccontare l’adolescenza in preda all’angoscia del futuro, la consapevolezza che le scelte dell’oggi influiranno sul domani. Tutto ciò è detto senza pedanteria ma con la leggerezza tipica di chi sta cogliendo nel segno. Sindorme di fine millennio è pieno di queste epifanie e passaggi. Lo stile di Fabri prevede che pur di mantenere un alto senso ritmico si ricorra a parole che non esistono, a storpiature, neologismi e accostamenti sintattici improbabili e inediti. In Mai e poi mai per esempio ritroviamo un Fabri intimista ma la cui poetica resta efficace e stravolgente. Siamo di nuovo alle prese con l’adolescenza e i problematici rapporti con l’altro sesso ma anche qui non c’è niente di scontato.

Fabri Fibra:
Mai e poi mai... Mai e poi mai.
E’ notte e le tue frasi reggono un filo.
I tuoi amici stanno insieme e se la spassano in giro.
Dico. Non so come comportarmi in macchina con Nico.
Qui penso soltanto a chi t’era più amico.
Non li conoscerò i tuoi motivi,
ma a volte c’è che anch’io son mezzo paranoico esattamente come voi.
E non si è mica tutti eroi, né tutti oracoli che per cambiare servono miracoli  e ostacoli.
Mi vesto lento di t-shirt ne ho a milioni;
immancabile il tuo portachiavi dentro i miei pantaloni.
Comportamenti banali sono tra i superficiali che scali calligrafia da scrittori in via di estinzione com’è.
Le notti prive d’ogni domanda scrivo col sole che filtra attraverso la serranda.
Di chi è l’ingamba tu lascia che io risponda: chi mi manda alla calma del Bulldog in Olanda?
Letteralmente sommerso in parole spesse i ricordi vengono seguendone soltanto  un verso.
Tu comunque vivi penso siano relativi;
senza principio e senza fine ma continuativi e invisibili
come spiriti ai limiti che di me ti rimangono otto che sorridono e  quattro che piangono...
Che se la vuoi la rivendichi forse  è per questo che di noi non dimentichi mai o mai...


Nel verso tu comunque vivi penso siano relativi tocchiamo con mano questa novità totale del linguaggio di Tarducci. Che cosa vuole dire Fibra? E’ difficile dirlo non di meno il significato è chiaro. Potrebbe essere ‘i pensieri che tu vivi penso siano relativi’ oppure ‘i pensieri sul fatto che tu vivi penso siano relativi,’ che poi significa ‘sei una ragazzina superficiale che si accontenta di una vita superficiale priva di pensieri e di interrogativi.’ Questo genere di densità è propria di una libertà totale che Fibra sperimenta nel momento in cui decide di lasciare che la sua parola scorra in preda alla mistica del rap.