Capitolo 2.7 Word parte 1

All’underground più seminale è destinato un altro mcee romagnolo, autore sopraffino e forse il più pazzesco e bravo di quel periodo (ad eccezione  di Joe Cassano, DJ Lugi e Fibra ovviamente ) Word da Rimini.
Di Stefano Serio, nato a Rimini nel 1974 quello che ho sempre saputo è che è autore di uno dei mixtape più eccezionali e seminali degli anni 90 L’altra faccia della costa.
Ricordo che ai tempi (1995) ricevetti da un amico il mixtape di Word, registrato su una banale TDK da 60 minuti senza niente scritto sopra. La cosa era il segno che il nastro aveva un valore immenso. Altre volte il mio caro amico si dilettava a usare gli stili grafici hip hop migliori e a cesellare con minuzia grafica questo tipo di cassettine registrate in casa. Se non c’era scritto niente sopra tranne MC WORD significava che quelle erano semplicemente parole perfette che non avevano bisogno altro che di suonare. Il mio caro amico a sua volta aveva ricevuto il nastro da un nostro altro caro amico… A quei tempi lo sharing avveniva così! Ebbi modo di parlare di Word con quel nostro amico comune. Word si faceva chiamare Burdel o Wordel e mi disse che aveva trovato L’altra faccia della costa, comprandolo direttamente da Word stesso ad un raduno hip hop dalle parti di La Spezia. Word, dopo la performance era diventato la sua personale leggenda rap! Il tipo in questione è sempre stato uno dai gusti hardcore. E come al solito: non si sbagliava per niente!
Per altro, c’è da notare un’altra faccenda. A quei tempi nel 95 – 96 la scena dell’hip  hop italiano era in continua espansione. Ogni piccola provincia italiana aveva le sue crew, i suoi b-boy, le sue serate. Oltre alla scena milanese, la scena che io conoscevo meglio era quella dove ero nato e dove passavo le mie estati: la Versilia. E se vogliamo è la stessa scena in cui un elemento come Fibra sarebbe potuto nascere e crescere come b-boy.  Infondo quello che facevano gli adolescenti di Rimini e Senigallia era la stessa cosa che facevamo io e i miei amici di Viareggio. Eppure, non mi vergogno di considerare vera la seguente affermazione: rispetto alla costa est italiana, la costa ovest brillava per incapacità nell’arte del rap e uno come Fibra lì non sarebbe mai potuto nascere! E’ un giudizio pesante ma conoscendo bene la situazione a livello locale posso assicurare che le due scene producevano rap su due pianeti diversi. I b-boy che rappavano in quel periodo dalle parti della Versilia erano assolutamente incapaci di produrre rime sopraffine. E’ dura da ammetterlo, essendo quella, in qualche modo, la scena in cui sono cresciuto io stesso, ma niente mi appare più chiaro e lucido del gigantesco divario che divideva le due scene negli anni 90. Ricordo benissimo la noia che mi attanagliava quando in qualche jam locale (che si svolgevano per lo più nei centri sociali e nelle discoteche tra Viareggio e Forte dei Marmi) i b-boy nostrani prendevano in mano un microfono: luoghi comuni, localismi e un continuo e stressante riferimento al  fumare cannabis; di questo e di poco altro trattavano gli mc della costa versiliese di cui non ricordo neanche i nomi. Il riminese Word invece aveva un sangue bollente e una poetica interiore di ben altro livello e il suo mixtape L’altra faccia della costa, resterà un insuperabile esempio di poetica RIU, di cui vale la pena riportare qui qualche esempio.
Nella prima traccia, su una base dall’andamento lento che definirei ‘felliniano’ Word snocciola il suo flusso con maestria e raffinatezze a volte quasi inenarrabili.

Word:
Io non sono l’italiano medio.
Ti trita in pasta.
Nuoce persuasione occulta.
Fotocopiati larghi in scala A la Minolta.
Catalogata da tutta la giornata.
Coi sogni d’oro Bonomelli ma non è il mio tram.
Ciò la mia cacca e ci si stacca son restio bono mio orco di dio
non ci cado nell’oblio!
La vedo gnara, negativa, che amarezza
quando il dialetto del burdello per Lavazza.
Non mi spiazzo ho già la mia certezza,
ma in giro è pieno di pulciosi e ci si scazza.
Vogliono spazio, esco pazzo con la gola al lazzo ma  fremo all’onda cazzo…
Ciò la carrosi senza l’alitosi te capi perché il burdello non è mai un b. i . p.
Tocca trovare una porca c’ho già il flow dio bo dio bo...
 Cago il mio dissenso e non ci sto...
C’è un’onda occulta che si chiama persuasione quotidiana dio bo dio bo...
Voglio uccidere il bambino della valle dell’Orto e anche quello Mantovani voglio vederlo morto.
Ci leggo solo presunzione infantile:
l’è dolce e tenero come un crampo all’intestino.
Non mi plasmare perché conosco il trucco
bambina leop mi senti quando reppo;
nella tua banda voglio mordere come i Chips,
mi sale la tigna quando ti sento ta’l capisc..
Restate muti confinati nel Mulino Bianco;
prima ero blando adesso sono stanco: sotto la Kangol la lirica ti stampo.
E quando sento la moina non la sfango.
Consigli per gli acquisti non voglio, sducioso:
vigliacca la valletta e il presentatore bavoso.
Ciò il flash in testa quando faccio la merenda,
mi prude l’odio quando passo dalla Standa.
Sono il burdello della Rumagna che su la gran cassa scassa. Non credo più a ‘sta messa tal capì e allora resti lì, siete tutto in – to – ssi – ca – ti...
Il benessere cammina nella Valle Verde c’ho il pulito cinque stelle madonnaccia serpe... Inerte sono rimasto anche per troppo;
dopo che ho incontrato Jessie della 38.
Non mi concedo e non mi vendo più, col peso addosso te la sghiasso de ma pu.
TV vivisezionati da ogni chip,
circuito su circuito cerca el scopo’ na capit pit..
Piglia al volo: messaggio che ti dò e dopo se mi segui o no io non ci conto non so..
Ma se fomenti col consenso che mi bracca, stattene accorto che colpisce la panacca...
Ah ma se credi al meglio di un uomo a più non posso:
non mi incrociare fammi largo che ti scasso!
Grugno fiero e strafottente t’hanno imposto
col cravattino giusto, nel giusto posto.
Guida d’asfalto ma tanto c’hai l’airbag ma doppia W motherfucker move back!
Blando non mi agitare sto facendo
a noi non ci tenta tre volte tanto..

Decisamente alla ricerca del metro perfetto, lo stile di Word è sghembo e pieno di punch lines, ovvero rime in fila che sembrano cazzotti in piena faccia. E’ un’aggressione al conformismo che Word tratteggia unendo sberleffi caustici a passaggi molto poetici e particolarmente efficaci come: 

Voglio uccidere il bambino della valle dell’Orto e anche quello Mantovani voglio vederlo morto.
Ci leggo solo presunzione infantile:
l’è dolce e tenero come un crampo all’intestino.

Oppure:

Grugno fiero e strafottente t’hanno imposto
col cravattino giusto, nel giusto posto.