SXM l’album che ci lascia la testimonianza più completa
di quel periodo è un felice esempio dello stile di vita di questi primi
rapper. Ad essere in causa è la Bologna
che ruota intorno al DAMS, ai centri sociali, all’antagonismo dell’estrema
sinistra, antifascista e antirazzista. Ma se le tematiche rimangono le stesse
del periodo delle posse, lo stile ha ormai fatto passi da gigante.
Clima di
Tensione la prima traccia dell’album
ci introduce alla nuova aria che si comincia a respirare in Italia nell’anno
della fondazione di Forza Italia e della discesa in campo di Silvio Berlusconi.
La televisione veicola prepotentemente la propaganda. L’odio invade le strade.
Neffa:
La tensione
sale ogni giorno di più
pure quando
accendo la mia tele viene su.
Chico fa
brutto perché le iene ora sono dappertutto.
E un tot di
gente si fa il viaggio tipo Ku Klux Klan,
vogliono
spaccare come Superman oppure Van Damme.
Paura! L'odio
manda in para,
l'aria che
respiro è tesa vera...
E quando si
fa buio senti il canto delle iene,
nella mia
città le strade sono piene;
meglio stare
accorti.
Dove me la
giro, me la giro sotto tiro;
sono lo
straniero nella mia nazione, sai che c’è
la
repressione schiaccia e non fa più per me.
Ding Dong!
Piglia male quando suona la campana...
La tensione
sale e cresce con la luna.
Rit.:
Giorno dopo
giorno questo è il clima di tensione...
Preso male
vero...Quando accuso la pressione.
[…]
Clima di tensione ci introduce in un atmosfera cupa e apocalittica, che regna in tutto il resto
dell’album. Il paesaggio urbano viene dipinto come un orizzonte di macerie,
popolato da gente schiva e diffidente, le iene, pronte a mostrare la loro
faccia peggiore. Gli effetti della repressione costringono il popolo a
chiudersi in casa. Questo arretramento sul piano dell’immaginario politico è lo
stesso arretramento che il rap vivrà durante il periodo del RIU. La sfiducia
non lascia più spazio all’antagonismo. Solo l’anti razzismo altro tema caro ai
Sangue Misto sembra l’unica sfida ancora aperta.
Lo Straniero,
terza traccia di SXM ci presenta le sensazioni e le inquietudini di questi giovani
ribelli in modo poetico e con grande scioltezza.
Neffa:
Io sono il
numero 0.
Facce diffidenti
quando passa lo straniero in sclero, teso vero.
Vesto scuro,
picchio la mia testa contro il muro.
Sono io l’amico
di nessuno, stai sicuro.
Resto fuori
dalla moda e dallo stadio,
fuori dai
partiti e puoi giurarci, io non sono l’italiano medio;
ma un cane
senza museruola
la N E la
doppia F A Passaparola.
Chico canta
che ti passa, ma non mi passa più.
Testa bassa,
la repressione
mi butta giù.
Schiaccia!
Quando lo sbirro mi dà i pugni nella faccia,
per me lo Stato
è solo stato di minaccia.
Quando vedo
il tunisino all’angolo che spaccia,
la nera presi
a schiaffi del magnaccia,
io so che è
tutto made in Italy perciò,
non chiedermi
se canto Forza Italia o no…
Rit.:
None none…
La mia posizione: è di straniero nella
mia nazione…
Il
quadro dipinto da Neffa è molto chiaro. Il rifiuto della società e
dell’autorità è completo e privo di ogni esitazione. Considerarsi stranieri
nella propria nazione è un messaggio molto forte che indica la matrice radicale
e anti razzista del rap underground italiano. Lo stesso Deda prosegue su questo
tema nelle sue rime.
Deda:
Non parlate alla straniero e lo guardate
male;
e ogni singolo secondo la tensione sale.
E’ Sangue Misto e non rispetta più il
confine viene,
da dove era stato cacciato fuori come un
cane.
E ora non ci sto, non ci credo e non ne
voglio più;
solo disprezzo per lo Stato e le divise
blu.
Schivo come Neffa a 0 grado di fiducia:
quando la terra brucia!
E’ allarme rosso per le strade, non sei
più sicuro,
tu stavi chiuso in casa ed è crollato il
muro.
Quindi adesso è tutto pronto per lo
scontro,
con chi viene da fuori e non ci sta più
dentro.
Quello che mi han dato da quando sono
nato l’ho pagato
e ho visto ogni 2 anni una strage di
stato.
E’ un rompicapo, ma dubbi sui mandanti
non ne ho:
sono lo straniero questo è quel che so…
[…]
Siamo
dunque dentro a un nuovo linguaggio e a un nuovo stile con i Sangue Misto, lo
stile dei cani sciolti. Le posse non esistono più e la metafora del cane
sciolto fotografa bene la nuova condizione in cui i rapper vanno ad agire.
Neffa:
Neffa sulla traccia chico senti come
suona
vengo da una zona dove l’aria non è
buona.
Fumo la mia porra non mi pungo con la
spada.
Caccio la mia rima per i cani sciolti della
strada.
E intanto il numero dei cani sciolti sta
salendo
se ancora non li vedi è una questione di
tempo:
cani sciolti nelle città alzano il
volume con il bum bum cha.
Ci credi o no c.h.i.c.o. non lo so,
so di f.i. doppia s.o. che ci sarò,
però quel giorno quando viene sarà come
tanti,
con le iene di dietro e i cani sciolti
davanti…
Pam pam, chico, musi di pantere
ci annusano il sedere e non c’è molto da
sapere.
Se la vita è mia lascio che sia
cane contro cane quando è il cane della
polizia.
Preso per il culo dalla mia tv,
meglio non vedere come Mr. Magoo.
Resta un’opinione personale:
io non sono carne da campagna elettorale.
E parli bene ti conviene chico non ti
affronto più:
mi dici che sei nuovo ma sei sempre tu.
E allora levami le mani dagli occhi
sant’Iddio,
sono sempre io anche se schivo e sto nel
mio.
C’è una cosa che so è che non ce n’è:
stare nel tracciato non funziona più per
me.
E una soluzione deve esserci anche qui
cerco la parola chiave insieme a Deda md.
Deda:
Cani sciolti sotto il sole quando fuori
piove
Neffa:
quando tutto è fermo c’è qualcuno che si
muove
sono il cane sciolto, lo straniero nella
mia nazione
e fuori dal recinto resta la mia
posizione…
[…]
I Cani sciolti, traccia cinque
dell’album, si tirano fuori da ogni contesa e sopravvivono per sé stessi e per
il loro branco. E’ quello che accadrà sostanzialmente da qui in poi nel rap
italiano.
Questo clima di anti politica (io non sono carne da campagna elettorale) nell’esperienza dei
Sangue Misto diventa sempre più palpabile. SXM
non sarà un successo commerciale. Non potrà esserlo per sua natura e per il
momento storico in cui esce. La disillusione che nasce dall’idea di non poter
veicolare il proprio messaggio alle masse, ma solo a pochi eletti, diventa un’ulteriore
spinta al ripiegamento e al disimpegno. Disimpegno che si manifesta con
l’elogio della cannabis e il riconoscimento che l’unico orizzonte politico
d’azione è ridotto a quello del proprio giro di persone. La Porra, Fattanza Blu
sono brani che celebrano il rituale per il rituale stesso. La glorificazione
della cannabis è la scusa per stringersi con chi condivide ideali ed esperienze
di vita, lasciando fuori tutto il resto del mondo.
A tal proposito è emblematico il contenuto dell’ultima
traccia in assoluto incisa dai Sangue Misto Nella
luce delle sei, presente sia nella
colonna sonora del film Torino Boys che sul mixtape di DJ Double
S Lo capisci L’italiano? datata 1997.
Su una base malinconica i Sangue Misto celebrano le loro notti funky che si
chiudono alla luce delle sei. Non c’è più militanza politica. Non ci sono
slogan. A quel punto della storia il ciclo si è inevitabilmente chiuso. Rimane
solo la pratica del rap e il proprio giro di persone.
Neffa:
Non c’è
storia come stare con i miei,
con le tipe più il dee jay
sopra il beat
chico hey
e ritrovarsi
dopo un’altra storia
nella luce
delle sei.
Non c’è
storia come stare con i miei,
con le tipe più il dee jay
sopra il beat
chico hey
e ritrovarci
dopo un’altra storia
nella luce delle sei.
Deda:
Odissea nella
notte ultimo stadio
più le prime luci danno il quadro
dipinto a mano con vernice al radio.
Entra dentro al
tipico scenario,
sipario senza
cineprese Scorsese fuori orario…
Neffa:
Nella luce
delle sei del mattino
lupi a
branchi, occhi stanchi, volti bianchi,
notte particolarmente funky,
nebbia sale
su a banchi,
prima che la
porta del giorno si spalanchi.
Deda:
Aggiungi solo
un episodio
tocca che mi
schiodo in qualche modo
fino a qui tutto bene come L’Odio.
Perché
funziona così
che ogni
storia ha i suoi pregi
ma sono a
scatola chiusa
perciò ogni
chica ha i suoi sfregi.
A volte un tot tesi
strettamente
coi soci
di notte
chiusi in mansarda
a far su
ganja fino all’alba,
e qualche
bazza in società
mi casa è su
casa già sa
che è per
l’eternità sbra
Neffa:
Ma resterà
più di quello che pensi,
più di
questi tempi incerti,
più di questi
versi,
più di attori che vagano persi
e riflessi cloni
di se stessi;
portatori
sani di emozioni conto terzi.
Ma è cinema!
La vita a
volte ride in faccia
ma è così che
va…
Per quel che
mi riguarda è un’altra storia
bum cha e
ancora una volta sarà musica…
[…]
Ma
resterà più di quel che pensi. Neffa è già consapevole che la sua strada sarà
una strada di gloria e successo. Quella dei Sangue Misto e del RIU sarà al
contrario una storia di fallimenti e dal destino esiziale.
più di questi
tempi incerti,
più di questi
versi,
più di attori che vagano persi
e riflessi
cloni di se stessi;
Con
questi versi Neffa chiude l’esperienza dei Sangue Misto. Neffa vuole di più lo dice chiaramente e in maniera icastica. Ma la strada per il successo assumerà presto per
lui la forma del calvario. Nel vicolo cieco del RIU i suoi sogni di successo appaiono
intorno al 1999 (quando il suo destino non era ancora segnato del tutto)
allucinazioni e incubi.